Prevenire il burnout sanitario tra gli operatori, soprattutto all’interno delle RSA, è oggi una priorità sempre più urgente.
In questo articolo analizziamo le cause principali di questo fenomeno, i rischi connessi per la qualità dell’assistenza e il benessere del personale, e il ruolo strategico che la tecnologia può avere nella prevenzione e nella gestione del burnout.
Un focus speciale è dedicato alla piattaforma Oxyera, nata per semplificare e ottimizzare i processi terapeutici in modo concreto e misurabile.
Indice dei contenuti
- Cos’è il burnout sanitario e perché è così diffuso
- Problematiche tipiche in ambito sanitario
- Soluzione tecnologica: il ruolo della tecnologia
- Oxyera: le funzionalità che fanno la differenza
- Risultati misurabili: benefici concreti per le RSA
1. Cos’è il burnout sanitario? Perché è così diffuso nella sanità?
Il burnout è una condizione sempre più diffusa tra gli operatori socio-sanitari, alimentata da turni intensi, carichi emotivi elevati e un crescente squilibrio tra le richieste dell’organizzazione e le risorse disponibili.
Le RSA (Residenze Sanitarie Assistenziali), dove si concentrano pazienti fragili e una forte pressione operativa quotidiana, rappresentano uno degli ambienti più esposti a questo fenomeno.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il burnout è una vera e propria sindrome occupazionale, strettamente legata a uno stress cronico sul lavoro non gestito efficacemente.
L’OMS ne definisce i contorni attraverso tre dimensioni principali:
- Esaurimento emotivo – una sensazione persistente di stanchezza e mancanza di energia.
- Distanziamento mentale dal proprio lavoro – atteggiamenti negativi, cinismo o distacco emotivo nei confronti del ruolo professionale.
- Ridotta efficacia professionale – percezione di non essere più in grado di raggiungere risultati significativi, anche quando si impiegano tempo e impegno.
A partire dal 2019, l’OMS ha inserito il burnout nell’ICD‑11 (International Classification of Diseases 11th Revision) come fenomeno occupazionale, riconoscendo ufficialmente il suo forte impatto sulla salute mentale dei lavoratori
Perché è così diffuso nelle professioni sanitarie e nella RSA?
Da questo punto di vista le RSA presentano un contesto estremamente sfidante.
Personale spesso in condizione di sottodimensionamento cronico, pazienti con fragilità fisiche e cognitive complesse e compiti altamente responsabilizzanti, come la gestione delle terapie farmacologiche, la somministrazione quotidiana e la vigilanza costante sullo stato clinico degli ospiti.
In queste condizioni, anche piccole inefficienze operative possono avere un impatto significativo sulla qualità del lavoro percepita dagli operatori.
A questo si sommano ulteriori fattori aggravanti:
- Turnazioni imprevedibili, con cambi frequenti di reparto e richiami fuori orario;
- Mancanza di strumenti tecnologici in grado di semplificare la gestione documentale e terapeutica;
- Pressione emotiva costante nel rapporto con pazienti fragili, spesso non autosufficienti;
- Scarsa valorizzazione del tempo relazionale, sostituito da attività ripetitive e burocratiche.
Tutto ciò alimenta la sensazione di “dover sempre rincorrere le cose”, senza riuscire a portare a termine il proprio lavoro in modo soddisfacente.
Il personale si ritrova spesso a sopperire manualmente a inefficienze di sistema, con un carico cognitivo e fisico che, sul lungo periodo, mina il benessere individuale e il clima organizzativo.
Alcuni dati sul burnout in Italia
Le evidenze raccolte da ricerche italiane confermano che il burnout è un fenomeno concreto nel nostro paese, strutturale, che incide pesantemente sulla tenuta del sistema sanitario, soprattutto nei contesti ad alta intensità assistenziale.
Lo Studio BENE (Benessere degli Infermieri in Emergenza – indagine nazionale promossa da FNOPI e Università di Genova, ha rilevato che:
- Il 59% degli infermieri ospedalieri italiani dichiara livelli molto alti di stress.
- Il 40,3% presenta esaurimento emotivo elevato, una delle componenti chiave del burnout.
- Il 47,3% si dichiara privo di energia a fine turno, e il 45,2% valuta seriamente l’idea di lasciare il proprio lavoro entro i successivi 12 mesi.
Una realtà fatta di affaticamento persistente, disillusione professionale e desiderio crescente di abbandonare la professione sanitaria, con una forte prevalenza tra donne e giovani infermieri.
I dati FADOI (Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti)
Una recente indagine condotta dalla FADOI ha confermato che quasi 1 sanitario su 2 — tra medici e infermieri — manifesta sintomi riconducibili al burnout, con ricadute sulla qualità dell’assistenza e sull’efficacia delle strutture sanitarie.
Le principali criticità segnalate includono sovraccarico lavorativo, mancanza di tempo per il recupero psicofisico e senso di isolamento operativo.
Burnout e sicurezza: una relazione diretta
Dal punto di vista organizzativo, questo quadro si traduce in un rischio concreto per la sicurezza dei pazienti e per l’efficienza delle strutture.
Secondo i dati riportati da FNOPI e InfermiereOnline, si stima che in Italia avvengano oltre 100.000 errori sanitari all’anno riconducibili a condizioni di lavoro stressanti e a una crescente insoddisfazione professionale.
In sintesi, il burnout non è solo una questione personale: si tratta di una sindrome professionale riconosciuta a livello internazionale, che agisce da fattore di degrado del sistema sanitario.
2. Problematiche tipiche in ambito sanitario
All’interno delle RSA, le difficoltà non derivano solo dalla complessità clinica degli ospiti, ma da un sistema operativo che richiede agli operatori uno sforzo costante per colmare inefficienze strutturali.
Il burnout, in questi contesti, raramente è un evento improvviso, ma più spesso il risultato progressivo di una serie di criticità che si sovrappongono e si cronicizzano.
Vediamone alcune in dettaglio:
2.1 Sovraccarico amministrativo e tempo sottratto alla cura
Una delle principali cause di frustrazione del personale sanitario è l’enorme quantità di tempo dedicato a compiti amministrativi: raccolta e trascrizione di dati, preparazione di ordini terapeutici, compilazione di moduli cartacei.
Queste attività, pur necessarie, sono spesso gestite manualmente e in modo ridondante, rallentando i flussi e sottraendo risorse preziose all’assistenza diretta.
Molti professionisti riferiscono di dover concludere la parte clinica per poi iniziare, a fine turno, quella burocratica.
Ne deriva una percezione di inefficienza sistemica, che riduce la soddisfazione lavorativa e amplifica lo stress.
2.2 Comunicazione frammentata tra operatori, medici e farmacie
Un altro aspetto critico è l’assenza di un sistema integrato per la gestione delle informazioni cliniche e terapeutiche.
Spesso le comunicazioni tra RSA, medici e farmacie avvengono tramite canali diversi (telefonate, emai), generando disallineamenti, ritardi e doppie verifiche.
In mancanza di una piattaforma condivisa, ogni operatore è costretto a verificare più volte la correttezza e l’aggiornamento delle informazioni, assumendosi il peso di eventuali imprecisioni.
Questo meccanismo non solo aumenta il rischio clinico, ma crea uno stato di tensione continua, in cui si lavora “con il fiato sul collo”, senza la certezza di avere tutti i dati necessari in tempo reale.
2.3 Gestione complessa delle terapie e rischio di errore
Il processo di somministrazione farmacologica, in particolare nelle RSA, è articolato e delicato.
La preparazione manuale delle terapie, l’uso di blister non personalizzati o mal etichettati e la necessità di controllare orari e dosaggi per decine di pazienti comportano un alto livello di attenzione e responsabilità.
In un contesto dove il personale è spesso ridotto e sotto pressione, ogni piccolo errore diventa fonte di stress.
Anche solo la paura di sbagliare — soprattutto in assenza di supporti digitali che guidino e confermino ogni passaggio — genera ansia operativa e affaticamento cognitivo, due fattori direttamente correlati al burnout.
2.4 Carenza di personale e turni discontinui
Il personale sanitario in RSA lavora frequentemente in condizioni di sotto-organico, costretto a coprire assenze improvvise, turni extra o doppi incarichi.
Questo squilibrio comporta un sovraccarico di lavoro costante, che incide sulla qualità dell’assistenza e sulla salute psicofisica degli operatori.
I turni discontinui e la difficoltà a pianificare il proprio tempo libero minano anche la possibilità di recupero.
Il risultato è un logoramento progressivo che può portare, nei casi più estremi, all’abbandono della professione o a lunghi periodi di malattia per stress lavoro-correlato.
2.5 Mancanza di strumenti tecnologici adeguati
Molte strutture, pur essendo organizzate dal punto di vista clinico, non dispongono ancora di strumenti tecnologici evoluti in grado di automatizzare le attività ripetitive e supportare concretamente il personale nella gestione quotidiana.
L’assenza di una digitalizzazione strutturata costringe gli operatori a svolgere manualmente operazioni che potrebbero essere snellite, monitorate e messe in sicurezza attraverso l’uso di software dedicati.
In particolare 3 aree tecnologiche critiche risultano ancora assenti o sottoperformanti in molte strutture:
- Sistemi per la digitalizzazione degli ordini terapeutici
In molte RSA, la trascrizione degli ordini avviene ancora su carta o tramite strumenti non integrati. Gli operatori devono riportare manualmente le prescrizioni dei medici e inviarle alle farmacie tramite fax o email, con il rischio di errori, duplicazioni e ritardi. Un sistema informatizzato permetterebbe invece di validare digitalmente l’ordine, ridurre i tempi e garantire la tracciabilità in ogni fase. - Piattaforme per la tracciabilità dei farmaci
La somministrazione dei farmaci è una delle attività più delicate dell’intero processo assistenziale. In mancanza di un sistema che consenta di monitorare in tempo reale l’intero ciclo (dall’ordine alla consegna, fino alla somministrazione), l’operatore si trova a gestire blister generici, senza etichette personalizzate o controlli incrociati automatici. Questo aumenta esponenzialmente il rischio clinico, oltre al carico mentale di chi somministra. - Dashboard per la gestione centralizzata delle terapie
L’assenza di una visione d’insieme delle terapie attive, delle somministrazioni effettuate o di quelle in sospeso obbliga il personale a svolgere continue verifiche manuali. Le dashboard digitali consentono invece di visualizzare in modo semplice e aggiornato lo stato dei pazienti, generare alert e storicizzare ogni passaggio, migliorando l’efficienza operativa e il controllo interno.
Sotto-ottimizzando questi aspetti, il lavoro quotidiano diventa più lungo, frammentato e stressante.
La tecnologia, in questo contesto, diventa quindi una condizione necessaria per lavorare meglio, in sicurezza e con maggiore controllo.
In conclusione, è evidente l’effetto combinato di queste problematiche: gli operatori si trovano a lavorare in condizioni di continua emergenza, in un sistema che li costringe a sopperire, con impegno personale, a inefficienze che potrebbero essere affrontate strutturalmente.
È in questo scenario che si inserisce il potenziale della tecnologia.
Nel prossimo capitolo analizzeremo come l’automazione e l’integrazione dei processi possano rappresentare una risposta concreta, trasformando il modello operativo delle RSA e contribuendo in modo significativo alla prevenzione del burnout.
3. Soluzione tecnologica: il ruolo della tecnologia
Per affrontare lo stress istituzionale del personale sanitario in RSA, non bastano buone intenzioni: servono strumenti digitali concreti, in grado di allineare efficienza, sicurezza e benessere lavorativo.
Automazione, integrazione e supporto operativo rappresentano una triade strategica per ripensare il modello assistenziale.
3.1 Automazione dei processi: più tempo per il paziente
L’adozione di sistemi per digitalizzare la documentazione e gli ordini terapeutici permette di ridurre del 40–60% i tempi dedicati a task ripetitivi, secondo studi internazionali.
In particolare:
- Le soluzioni basate su intelligenza artificiale (come medical scribes e dictation tools) permettono di eliminare ore di lavoro amministrativo e “lavoro notturno” non retribuito, spesso definito “pajama time” — come evidenziato da una riduzione del 30–40% del tempo impiegato dopo l’orario di servizio
- Il tempo recuperato grazie all’automazione può essere reinvestito in attività ad alto valore clinico, come il dialogo con i pazienti, l’osservazione diretta e la personalizzazione delle cure; questo migliora la qualità dell’assistenza, e contribuisce a ridurre l’affaticamento emotivo degli operatori.
3.2 Comunicazione integrata: sicurezza e meno stress
Sistemi che integrano flussi informativi in tempo reale tra RSA, medici e farmacie riducono ritardi, ridondanze e rischi di errore.
La Leapfrog Group, organizzazione americana per la sicurezza dei pazienti, riporta che l’adozione di Computerized Physician Order Entry (CPOE) può ridurre gli errori nella prescrizione farmacologica fino all’80%, mentre gli eventi avversi correlati ai farmaci possono diminuire fino al 55%
Anche la AHRQ (Agency for Healthcare Research and Quality – Dipartimento della Salute USA) conferma questi dati: il CPOE, soprattutto se associato a sistemi di supporto decisionale (CDSS), migliora la leggibilità delle prescrizioni, controlla interazioni tra farmaci, allergie e dosaggi, contribuendo a una maggiore sicurezza dell’assistenza.
Quando sistemi come il CPOE e il supporto decisionale clinico garantiscono che le prescrizioni siano leggibili, controllate e tracciabili, tutto il flusso informativo ne beneficia.
Ridurre le ambiguità e rendere l’informazione accessibile in tempo reale abbassa la pressione sugli operatori, rafforza la fiducia nel sistema e consente di dedicare più attenzione al paziente.
3.3 Supporto decisionale e monitoraggio in tempo reale
Cruscotti digitali, dashboard intuitive e alert intelligenti non sono semplici strumenti accessori: rappresentano il cuore operativo di una gestione efficiente e sicura delle terapie. Nelle RSA, dove ogni minuto e ogni dose contano, il monitoraggio in tempo reale consente di:
- Visualizzare rapidamente consumi, scorte e scadenze, evitando sprechi e garantendo continuità terapeutica;
- Ricevere segnalazioni automatiche in caso di discrepanze tra prescrizione e somministrazione, riducendo il rischio di errori clinici;
- Intervenire prima che si verifichino criticità, grazie all’analisi predittiva basata su intelligenza artificiale;
- Recuperare tempo operativo: secondo stime di strutture ospedaliere italiane, l’introduzione di sistemi intelligenti consente di risparmiare fino a 15 minuti al giorno per operatore, da reinvestire nell’assistenza diretta al paziente.
3.4 I dati parlano chiaro
L’adozione di soluzioni tecnologiche avanzate nel settore sanitario rappresenta una risposta strutturale a criticità operative consolidate, e non una semplice tendenza del momento. Ecco i principali dati che lo confermano:
- Secondo Deloitte, oltre un terzo dei costi sanitari (e buona parte della documentazione clinica) è generato da attività amministrative che non aggiungono valore reale alla cura del paziente
- Le soluzioni digitali possono liberare tra il 13% e il 21% del tempo degli infermieri, pari a circa 240–400 ore all’anno per operatore, danno che si traduce in maggiore presenza al letto del paziente
- Automazione e intelligenza artificiale stanno già diminuendo notevolmente il tempo non clinico dedicato alla compilazione, consentendo di risparmiare fino al 40–60% nelle operazioni ripetitive e negli oneri post-turno .
In sostanza, la tecnologia va a costituire sempre più costituisce un vantaggio competitivo decisivo, in grado di qualità clinica, sicurezza organizzativa e benessere degli operatori.
4. Oxyera: le funzionalità che fanno la differenza
Ridurre il carico operativo degli operatori, migliorare la comunicazione tra figure sanitarie e aumentare la sicurezza nei processi terapeutici sono obiettivi chiari, ma spesso difficili da realizzare senza strumenti adeguati.
È qui che la tecnologia fa la differenza: quando è progettata per risolvere problemi reali, ogni giorno.
Oxyera nasce esattamente con questa finalità: semplificare e digitalizzare la gestione terapeutica nelle RSA, migliorando l’efficienza e alleggerendo la pressione sul personale.
Vediamo come funziona, attraverso alcune delle sue funzionalità chiave.
4.1 Automazione degli ordini e delle terapie
Oxyera digitalizza l’intero flusso terapeutico: ordini, validazioni mediche e consegna farmaci diventano automatizzati e tracciabili.
- Invio digitale e validazione immediata: il medico conferma la terapia online, eliminando tempistiche e rischi dell’invio via fax o email.
- Riduzione degli errori di trascrizione: grazie all’interfaccia strutturata e alla convalida integrata, si riducono omissioni e ambiguità.
- Flusso documentale standardizzato, condiviso con farmacia e RSA in tempo reale, per una comunicazione senza interruzioni
4.2 Blistering personalizzato e sicuro
La gestione dei farmaci diventa semplice e sicura con i blister settimanali personalizzati:
- Preparazione digitale secondo la terapia individuale del paziente.
- Etichette identificative e tracciabilità per ogni dose.
- Allineamento automatico tra blister e piano terapeutico, eliminando errori umani nella preparazione
4.3 Comunicazione centralizzata tra RSA, medici e farmacie
Oxyera organizza un hub informativo unico, evitando interruzioni e inefficienze:
- Aggiornamenti e notifiche istantanei sullo stato degli ordini.
- Condivisione immediata di qualsiasi modifica terapeutica o disponibilità farmaceutica.
- Trasparenza totale per tutti gli attori coinvolti, con tracciatura automatica di ogni passaggio
4.4 Reportistica e monitoraggio in tempo reale
Cruscotti user-friendly permettono di monitorare l’andamento delle terapie e lo stato delle scorte:
- Dashboard sintetiche per consumi, scadenze e anomalie.
- Analisi basate su AI attivano alert quando emergono discrepanze (es. dosaggio, tempi non rispettati).
- Turni semplificati e più fluidi, con interventi preventivi sugli ordini
4.5 Prenotazioni integrate per visite ed esami
Attraverso Oxyera, le RSA possono gestire anche le prenotazioni sanitarie:
- Invio automatico di richieste a specialisti o diagnostica.
- Ricezione immediata conferme o appuntamenti.
- Riduzione dei tempi organizzativi e migliore programmazione delle attività cliniche
In sostanza, Oxyera unisce automazione, tracciabilità e comunicazione in un’unica piattaforma digitale, mitigando le inefficienze operative e riducendo il carico mentale del personale.
Queste funzionalità sono studiate per tradurre i problemi individuati in soluzioni pratiche, con impatti tangibili su qualità assistenziale e benessere degli operatori.
5. Risultati misurabili: cosa cambia con Oxyera
L’efficacia di una soluzione non si valuta solo sull’idea, ma sui risultati concreti che è in grado di generare.
Le strutture che adottano Oxyera lo fanno per una ragione semplice: funziona.
I benefici non sono teorici, ma visibili nel quotidiano, e riguardano tanto l’organizzazione interna quanto l’esperienza del personale e la qualità dell’assistenza.
Meno errori, più sicurezza
Grazie alla digitalizzazione completa del processo terapeutico e alla tracciabilità dei farmaci, si riduce drasticamente il rischio di errore nelle somministrazioni.
Ogni passaggio è validato, ogni informazione è condivisa in tempo reale, ogni attività è monitorabile.
Le RSA che hanno adottato Oxyera segnalano una riduzione degli errori operativi fino al 70%, con un impatto diretto sulla sicurezza del paziente.
Più tempo per le persone, meno per la burocrazia
Con la gestione automatizzata delle terapie, gli operatori sanitari risparmiano fino a 1 ora al giorno per turno, da reinvestire in attività cliniche e relazionali.
Questo non significa “fare di più con meno”, ma lavorare meglio con ciò che si ha: meno affaticamento, meno stress, più qualità del tempo lavorativo.
Aumento della compliance terapeutica
L’organizzazione più precisa e centralizzata dei trattamenti, unita alla preparazione su misura dei blister settimanali, migliora anche l’aderenza alle terapie, evitando dimenticanze o somministrazioni scorrette.
Un vantaggio che si riflette sulla salute degli ospiti e sull’affidabilità percepita della struttura.
Tracciabilità e controllo in tempo reale
Attraverso dashboard intuitive e report periodici, Oxyera consente a direzione e personale di tenere sotto controllo l’intero flusso terapeutico.
Non solo per rispondere ai requisiti normativi, ma per prendere decisioni informate, identificare criticità in anticipo e pianificare meglio.
Con Oxyera, la trasformazione non è solo digitale, ma anche organizzativa e culturale.
Non si tratta solo di implementare una piattaforma, ma di adottare un nuovo approccio al lavoro quotidiano: più fluido, più sicuro, più umano.
I numeri lo dimostrano, ma a parlare con più forza sono le esperienze di chi ogni giorno lavora in prima linea e ha scelto di affidarsi a una tecnologia pensata per semplificare, proteggere e valorizzare il proprio ruolo.
Perché prendersi cura, oggi, significa anche innovare.